• L’attività del Centro Acustico è finalizzata al recupero dell’udito dei pazienti ipoacusici,
    adulti e bambini, mediante l’applicazione di apparecchi acustici personalizzati e a diffondere
    informazioni riguardanti i problemi dell’udito e dell’orecchio in genere.

Scritto da Centro Acustico il 01/02/2024

Legame tra ipoacusia e Alzheimer

Tra i primi a studiare il legame tra ipoacusia ed Alzheimer possiamo annoverare Uhlmann ed il suo team di colleghi, nel 1989. Questi ricercatori hanno messo a confronto 100 persone malate di Alzheimer e un gruppo di controllo senza problemi di demenza, ma simile in termini di età, sesso e livello di istruzione. I risultati hanno dimostrato che nel gruppo dei pazienti di Alzheimer i casi di ipoacusia con valori di 30 dB ed oltre erano significativamente più diffusi, rispetto ai coetanei del gruppo di controllo.
A noi audiorpotesisti, nello specifico, interessa un aspetto in particolare: ovvero il maggior rischio di ammalarsi di Alzheimer corso dalle persone che rinunciano ad indossare un apparecchio acustico. Gli studi scientifici descritto in questo articolo, infatti, suggeriscono che esiste un forte legame tra la depressione, la solitudine e la demenza.

Se si chiede alle persone più avanti con gli anni qual\\\\\\\'è la loro più grande preoccupazione in termini di salute, la risposta, con ogni probabilità, non sarà la perdita uditiva. Molto probabilmente, invece, indicheranno la demenza e l\\\\\\\'Alzheimer.  Da diversi anni, infatti, anche la ricerca scientifica sulle malattie geriatriche (come l\\\\\\\'Alzheimer e altre forme di demenza) si è considerevolmente intensificata. 

Con l\\\\\\\'età, infatti, nel nostro cervello avvengono alcuni cambiamenti cognitivi. I più normali riguardano la \\\\\\\"memoria lavoro\\\\\\\" (o a breve termine) che, a differenza della memoria meccanica, implica la capacità di risolvere problemi, di organizzare e gestire informazioni ascoltate, di prestare attenzione e di elaborare le informazioni in maniera veloce. I cambiamenti cognitivi anomali sono molto diversi da quelli causati dal normale processo di invecchiamento. Infatti, i cambiamenti anomali dovuti alla demenza, invece vanno ben oltre: fanno si che i pazienti non riescano a ricordare neppure ciò che è successo o stato detto poco prima. 

Chi rischia l\\\\\\\'Alzheimer?

Le cause a tutt\\\\\\\'oggi, non sono ben conosciute. Sono state individuate alcune mutazioni geneticheche possono essere interpretate come precursori della malattia, ma le cause possibili sono numerose e per la ricerca c\\\\\\\'è ancora tanto lavoro da fare.

Oltre alle predisposizioni genetiche, poi, sono importanti altri fattori quali la salute cardiovascolare, la vita sociale, l\\\\\\\'alimentazione o eventuali traumi cranici subiti. 

A noi audiorpotesisti, nello specifico, interessa un aspetto in particolare: ovvero il maggior rischio di ammalarsi di Alzheimer corso dalle persone che rinunciano ad indossare un apparecchio acustico. Sappiamo benissimo che molti anziani, rifiutando l\\\\\\\'utilizzo degli apparecchi acustici, cadono facimente in simili problematiche, dal momento che, rinunciando alla vita sociale ed alle loro attività preferite finiscono spesso col diventare depressi e soli. D\\\\\\\'altra parte, non è ancora chiaro se la depressione è da considerarsi un potenziale fattore di rischio che può portare alla demenza oppure se, ne è uno dei primi sintomi. Ad ogni modo, considerando che spesso le persone ipoacusiche soffrono di depressione e di solitudine (a maggior ragione se rinunciano alla protesizzazione acustica) i vari studi (wilson e altri 2007) offrono spunti di riflessione per capire quanto sia importante aiutare le persone anziane a risolvere il proprio problema uditivo.

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